Mio padre fissava sempre il telefono. Ricordo che mi
svegliavo la mattina per andare a scuola, e lui era già lì, sul
divano, impotente, perché non suonava mai e se succedeva
era l’avvocato che puntualmente, ogni settimana, ci ricordava
che dovevamo passare da lui in ufficio perché eravamo in
ritardo con i pagamenti.